Continuiamo la scoperta dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile fissati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite nel 2015, con l’Obiettivo n. 12: “Consumo e produzione responsabili”.
“Consumo e produzione responsabili”
L’Agenda 2030, entro i prossimi dieci anni, vuole “Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo”. Le risorse naturali mondiali non sono infinite e la popolazione in costante aumento rischia di non avere più accesso ad acqua e cibo, se non interrompiamo l’utilizzo sconsiderato di quello che la natura mette a nostra disposizione. Allo sviluppo delle attività economiche umane non può più corrispondere l’aumento dei rifiuti e dell’inquinamento. La riduzione dello spreco di risorse necessita un’urgente transizione dei modelli di produzione e consumo verso modelli più responsabili e sostenibili, per il bene del pianeta e dei suoi abitanti.
Riportiamo i dati condivisi sul sito istituzionale UNRIC, come sempre utili a dare le dimensioni dei problemi a cui gli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile tentano di trovare risposta.
Acqua – Meno del 3% dell’acqua mondiale è potabile e nonostante sia un bene libero, le infrastrutture per la sua diffusione sono costose. Più di 1 miliardo di persone nel mondo non vi ha accesso. Inoltre, l’uomo sta inquinando l’acqua mondiale più rapidamente di quanto la natura riesca a rigenerarla e purificarla.
Cibo – I dati riguardanti il cibo si riferiscono soprattutto al suo spreco (un terzo della produzione mondiale, equivalente a 1,3 miliardi di tonnellate, diventa rifiuto) e alle conseguenze nocive sulla salute di chi si alimenta in modo eccessivo o scorretto (2 miliardi di persone, nel mondo, sono sovrappeso o obese). Se non cambiamo i nostri stili di vita alimentari, considerando il tasso di crescita della popolazione mondiale (si ipotizza che saremo 9,6 miliardi entro il 2050), “potrebbe essere necessario l’equivalente di quasi tre pianeti per fornire le risorse naturali necessarie”.
Energia – Un terzo del consumo mondiale di energia è rappresentato dal settore alimentare. Solo il fabbisogno energetico domestico consuma il 29% dell’energia globale, e contribuisce al 21% delle emissioni di CO2; sono numeri alti ma vi è un lato positivo: la transizione energetica verso l’utilizzo di lampadine ad alta efficienza energetica, comporterebbe – da sola – un risparmio di ben 120 miliardi di dollari all'anno.
Per raggiungere l’Obiettivo n. 12, l’Agenda 2030 ha posto alcune azioni da intraprendere entro i prossimi dieci anni. Si potrebbero riassumere gli otto punti dicendo che produzione, consumo e gestione dei rifiuti devono diventare sostenibili e circolari. L’economia non deve più essere estrattiva (si prende la risorsa naturale, si trasforma, si produce un bene, che poi diventa scarto), ma circolare: tutto quello che si produce, al termine della sua funzione, rientra nel ciclo di vita, o come risorsa naturale, oppure come materiale riciclato, riutilizzato.
Perché ciò avvenga, l’Onu vuole incoraggiare le imprese, soprattutto le grandi aziende multinazionali, ad “adottare pratiche sostenibili e ad integrare le informazioni sulla sostenibilità nei loro resoconti annuali”.
Per quanto riguarda la gestione degli sprechi, l’Agenda 2030 impone di dimezzare lo spreco alimentare globale prodotto dai consumatori e di ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione.
Un esempio di azienda che mira proprio alla riduzione degli scarti di produzione, con l’obiettivo di valorizzarli e trasformarli in risorsa utilizzabile è RehoMare, impresa della filiera ittica vincitrice del Premio Finanza Sostenibile per il Mediterraneo, promosso all’interno della cornice dell’evento sulla filiera ittica sostenibile del Capraia Smart Island, nel 2020.
Ecco alcuni piccoli accorgimenti per rendere la tua quotidianità più sostenibile ed essere consumatori responsabili:
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